26/02/08

Non ci capisco niente ma ne parlo lo stesso!

E' vero non ne so niente di calcio ma mancando in giro da un pò ROd che era l'unico a parlarne sul suo blog (banale+roD)mi prendo la briga di postare la lettera della juve alla f.i.g.c. e un pezzo degli E.L.S.T. che preferivo di più all'epoca che non in questa nuova versione parruccata post sanremese.

D'altronde, come dicevo, di calcio non ne so niente, come tutti del resto, gente che si improvvisa allenatore, giocatori mancati, tecnici amanti del bel giuoco, arbitri ecc. ecc.. A guardar bene è un poco come nel campo musicale. Gente che parla di musica senza cognizione di causa che ascolta che so, gli afterhouars e va al concerto dei 30 second to mars (incoerenza?) gente che si improvvisa recensore e poi parla solo per citazioni e non descrive affatto il sound o il genere del tal gruppo e del tal cantautore, gente che si improvvisa musicista e compone ottocento canzoni in un anno, gente che crede di essere l'unico genio rimasto sulla terra! gente che ha un blog e da li detta le leggi della nuova estetica musicale, la legge delle nuove tendenze in arrivo da londra e da new york, gente che impone i propri gusti facendoli diventare di massa e contribuendo a cambiare i miei! che cazzo ci sto scrivendo ancora a fare in questo posto?

''Il rigore per la Reggina c'era e quindi bisogna accettare il risultato del campo''. Lillo Foti replica così alla Juve sulle polemiche per l'arbitraggio di Dondarini in Reggina-Juve. ''Quello di ieri sera - ha detto il presidente amaranto - è un risultato importante in un momento di grande difficoltà per la nostra squadra. Le polemiche fanno parte del gioco. In passato la Reggina a sua volta ha avuto modo di lamentarsi di alcuni errori ma abbiamo sempre accettato gli esiti della gara. Il rigore che c'è stato dato c'era tutto e quindi non capisco le proteste. Forse potevano esserci anche degli episodi in favore della Juve, ma alla fine il risultato del campo è quello che conta e bisogna accettarlo, così come abbiamo fatto noi in passato''. Questo della lettera aperta ai presidenti di Figc a Aia, pubblicata sul sito ufficiale della Juventus.

"Nel corso di questo e del precedente campionato la Juventus ha sempre cercato di attenuare le tensioni nei confronti del mondo arbitrale, evitando di trascendere in polemiche animose e accettando con fair play decisioni anche controverse. Un atteggiamento che, purtroppo, alla luce dei fatti di Reggio Calabria deve essere riconsiderato.

Ancora una volta, nel corso di questa stagione, la Juventus è stata danneggiata in modo irreversibile dalle decisioni del direttore di gara. Il ripetersi di episodi così gravi impone di richiedere un intervento dei massimi organismi federali a garanzia della regolarità del campionato e a tutela dell'impegno e della professionalità dei giocatori, dei tecnici, dei dirigenti della Juventus.

La Federcalcio ha il dovere di vigilare sul rispetto delle regole e di garantire la lealtà della competizione sportiva, messa in discussione dall'inadeguatezza di parte della classe arbitrale. Alcune decisioni dei direttori di gara stanno confermando un dubbio sollevato da più parti: e cioè, che nei confronti della Juventus non vi sia un atteggiamento sereno e adeguato alla serietà con la quale la Società e la squadra affrontano i propri impegni.

Quel che è certo è che la Juventus non può continuare a pagare colpe per le quali ha già scontato una pena estremamente severa e dalla quale si sta risollevando anche grazie alla passione dei propri tifosi, che legittimamente chiedono rispetto. Oggi, in una fase decisiva del campionato e in prossimità di decisioni strategiche per il futuro finanziario della Società, la Juventus richiede che la Federcalcio prenda provvedimenti immediati ed efficaci per sanare una situazione gravemente compromessa. Bisogna ritrovare fiducia nella classe arbitrale e ridare slancio al calcio italiano. Un mondo che si basa sulla passione, sull'impegno ma anche su competenze e professionalità che non possono essere frustrate da una componente che si ostina a chiudersi alle novità e a reagire con irritazione alle critiche.



Giovanni Cobolli Gigli

Jean-Claude Blanc


22/02/08

I tedeschi sanno il fatto loro.

Mi metto daccordo sull'orario. Alle 10 in punto come stabilito arrivano. Sono in quattro, uno parla la mia lingua e traduce, uno è il boss, uno è l'operaio e l'ultimo è quello tarchiato che sta nelle retrovie che, se nel caso dovesse succedere qualcosa è subito pronto ad agire. Contro di me naturalmente, visto che sono da solo davanti a loro.

Non capisco un cazzo di quello che dicono, mi sembra di ascoltare qualcosa di shoegaze, un'eterna confusione, un ronzio perenne un caos tremendo, peggio di quello che si sta vivendo in questi giorni qui, ma lo so, gratta gratta in fondo c'è della melodia, c'è almeno un pensiero, un'idea coerente! E' che non ci capisco proprio niente! Uno al mese mi dico magari due. Tanti si sono stancati, eliminati, c'è chi è sempre stato privo di idee ed ha perso il compare per strada e non sa più che fare da solo.

Io continuo a dondolarmi nel caos, nei tanti bicchieri bevuti in fretta! Non è questo che mi fa paura, ne faccio di cose! Ma mai con obbligo, mai con ritmi ben definiti.

Quei quattro se ne sono andati ed era come un delirio! Forse lo è ancora perché tutto questo non ha senso naturalmente. Il vento si quieta e resto lì. Canto.